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Editoria

Antartide. Il Cuore Bianco della Terra

imageEsiste un territorio, all’interno di ognuno di noi,
che non appartiene al banale quotidiano.
E’ uno spazio, nascosto dentro la nostra anima,
dove confluiscono i nostri sogni e le nostre ricerche, assetate di conoscenza,
da dove nascono gli incubi primordiali e dove terminano i desideri.

Ci si arriva dopo un lungo viaggio attraverso un Oceano
che ci fa poco a poco dimenticare la vita normale.
Lo si sorvola come in un sogno,
dove la realtà sono le ombre bianche create dal bianco.

E’ uno spazio silenzioso,
dove bisbigliano i nostri dialoghi ideali con gli altri,
dove ci eleviamo e risolviamo interiormente
i conflitti della realtà che viviamo.

La nostra sopravvivenza è legata al saper riconoscere ed affrontare
quello spazio primitivo,
al saperlo penetrare senza alterarne l’essenza,
al sapersi avvicinare alla meta nonostante le bufere di vento,
che portano ancora nel proprio sibilo il respiro di chi ci ha preceduto
ed attendono coloro che ci seguiranno.

Forse un giorno, se i governi arriveranno ad un tale livello di responsabilità, verrà deciso di mantenere intatti, come “Parchi Mondiali”, gestiti dalla Comunità Internazionale, quei territori nel mondo strategicamente vitali per la qualità della vita. La Comunità Scientifica Internazionale potrebbe così esprimere tutta la sua autorevolezza ed autonomia ed applicare i risultati delle proprie ricerche su concrete problematiche ambientali, finalmente non più gestite in modo emotivo e superficiale come spesso oggi succede. Il rimo esempio di questa extraterritorialità potrebbe essere l’Antartide, seguito, perché no, dalla Foresta Amazzonica, dalle aree polari settentrionali, dal deserto del Sahara, dagli ambienti marini…
Una decisione in apparenza meno vantaggiosa economicamente (e quindi politicamente) nell’immediato presente, ma più lungimirante nella prospettiva di un villaggio globale, contraddistinto dai vantaggio ed i malesseri sempre più condominiali

Mare Nostrum

imageMare Nostrum veniva chiamato dagli antichi romani il Mediterraneo, mare del quale ancor oggi l’uomo si ritiene il proprietario, cioè colui che può farne quello che vuole: arteria di navigazione, luogo di diporto, fonte alimentare ed energetica, pattumiera!
Il libro è nato con lo spirito di chi sente il dovere di riconquistare quel bene prezioso che si sta velocemente rovinando a causa della pessima gestione che ne viene atta. Il mare appartiene a tutti coloro che ne amano la natura, la usano senza degradarla e la considerano una eredità ricevuta e da rilasciare ben conservata.
E’ quantomeno singolare che una società avanzata come la nostra assista, anzi provochi il degrado di ciò che era stato costruito nel suo passato, compreso l’ambiente in cui vive e si sviluppa. Crede nella sola legge del tornaconto economico immediato, senza curarsi che ogni azione compiuta sull’ambiente provoca reazioni che si ripercuotono su scala di decenni, se non addirittura secoli.
Questo è un libro-accusa in cui viene denunciato il bello! Forse è maggiore la stizza contro chi distrugge ciò che si mostra ancora in armonia, che mostrare le ormai abituali schifezze che ognuno di noi può facilmente “ammirare” ogni giorno in ogni luogo.
Nel libro parlano gli “addetti ai lavori”: coloro che vivono e studiano quotidianamente il mare; parlano di leggi scientifiche e naturali, di scoperte, di paure, di speranze. Ogni capitolo tratta un argomento scelto come indicatore dell’equilibrio nell’ecosistema “mare nostrum”. Ed ogni argomento tratta molti temi, sviluppati in brevi righe e poche immagini, piccoli richiami di attenzione per comprendere come anche una nostra apparentemente insignificante azione si amplifica come un onda del mare intorno a noi.
Al vertice della catena naturale c’è l’uomo, parte condizionante e preponderante, che forse sopravvivrà anche dopo l’estinzione delle posidonie, delle foche monache, delle tartarughe marine, dei delfini.
Eppure tutti noi abbiamo sentito parlare di Minamata, Torrey Canyon, Three Miles Island, Severo, Cernobyl. Tutto procede come prima, dopo aver riempito i giornali con parole di rammarico.
L’abitudine, e forse la necessità di narcotizzare le brutte notizie che riceviamo quotidianamente dai mass media, ci ha resi passivi anche nelle decisioni operative, al di fuori della logica economica del sistema. Per questo abbiamo voluto inserire esempi di azioni compiute al di fuori del binario quotidiano preconfezionato, avviate in direzione “natura”:
Attività appassionanti come la gestione di aree protette o la salvaguardia di animali in estinzione.
Se la civiltà industriale ha elevato il tenore di vita dell’uomo, grazie alle sue tecnologie e le sue lotte sociali, la nostra post-industriale dovrà – e potrà – pagarsi il lusso sociale tecnologico, di recuperare la qualità della vita della vita dell’uomo in armonia con il suo ambiente: come le posidonie, le foche monache, le tartarughe marine, i delfini nei loro ecosistemi.

Giardini Labirinti Paradisi

imageQuesto libro è nato come itinerario di invenzione e fantasia all’interno di un giardino ideale costruito riunendo i fenomeni naturalistici ed artistici, le meraviglie mitologiche ed allegoriche della secolare storia dei giardini dell’uomo.
I tre capitoli del libro sono i sentieri immaginari che guidano il visitatore attraverso la storia del rapporto uomo-natura.
Il primo vede la nascita del “verde” come allegoria della nascita della vita: gli elementi –acqua, aria, fuoco, terra- si riuniscono nella natura primitiva che viene utilizzata dall’uomo per la propria sopravvivenza.
Inizia l’antropizzazione e, poco a poco, la progettazione del territorio e del paesaggio.
Il secondo capitolo comincia dall’interpretazione e l’uso della natura come diletto e motivo estetico. Dal medioevale hortus conclusus ai maestosi giardini delle Ville Medicee, i giardini storici acquistano sempre più significato architettonico e si specializzano in un crescente valore simbolico: estetico, politico, mistico.
Nel terzo capitolo trionfano le rappresentazioni allegoriche per eccellenza. Il disorientamento iniziale dell’uomo nelle scienze, nel sapere, nello spirito: la selva oscura ed il labirinto disperdono e confondono con i loro infiniti percorsi e ricorsi i tentativi umani per raggiungere…
Ogni sforzo si esprime ora nel percorso ludico, ora mistico, ora satanico, ora ascetico, ora nella ricerca interiore del Paradiso col giardino segreto, ora nella rappresentazione teatrale che si ripete all’infinito.
Il tema si è sviluppato su due percorsi paralleli: il primo per immagini, il secondo per citazioni a corredo e sottolineatura delle fotografie.
Abbiamo giocato con i soggetti fotografati, interpretandoli graficamente ed accentuandone la struttura a volte simbolica, a volte estetica, cadenzandoli anche con la periodicità dei cicli stagionali.
Addentrandoci sempre più in questo percorso, ci siamo resi conto quanto sia giusto l’avvertimento secondo il quale “non si costruisce labirinto senza perdervisi”.

L'albero memoria di civilta'

imageL'idea di questo libro è partita dalla considerazione che l'albero, fin dai primordi della civiltà, è stato oggetto di attenzione, studio, venerazione da parte dell'uomo, oltre che un simbolo variamente interpretato, a seconda delle culture, nelle diverse epoche storiche ed in tutto il mondo. Nel nostro intento volevamo trovare un modo, il più possibile esauriente, ma anche di immediata lettura e comprensione, per rappresentare il concetto di universalità dell'albero, riproducendo nel libro quanti più esemplari di epoche e luoghi, i più diversi e lontani. Certo, non potevamo progettare un trattato arboreo o una catalogazione, seppur sintetica, di ambienti e testimonianze storiche. Crediamo di aver raggiunto il nostro scopo riunendo le specie di alberi più emblematiche dei vari ecosistemi mondiali, rappresentati con fotografie attuali: è nata così la rappresentazione "spaziale". Abbiamo quindi dato una veste storica alla ricerca, andando indietro nel tempo e recuperando antiche incisioni, stampe e disegni: ecco quindi la "rappresentazione temporale". E ancora: siccome eravamo convinti che in ogni luogo e in ogni tempo il rapporto uomo-natura (uomo-albero) è sempre stato cadenzato dai medesimi ritmi -vitali, sentimentali, filosofici- ci siamo permessi di accostare le immagini moderne a quelle antiche, accoppiandole secondo criteri di libertà formale, ma di rigore semantico. Infine, per chiudere il cerchio, abbiamo raccolto gli scritti di famosi autori di ogni epoca e paese, grazie ai quali abbiamo sottolineato proprio quel valore semantico che abbiamo trovato nelle immagini. L'albero è così diventato, per noi come per chi ha vissuto nei secoli sotto i suoi rami protettivi ed ispiratori, il testimone silenzioso dell'evoluzione della nostra civiltà.

Firenze è'.

imageUn altro libro su Firenze! Ma come è possibile fotografare oggi, ancora, questa eterna ed universale città? O meglio, come si può "leggere" Firenze, prima di iniziare a comprenderla? La Firenze dei monumenti, dei palazzi e delle chiese? La Firenze dei musei e dei suoi figli famosi? La Firenze della storia? La Firenze degli artigiani e del folklore? La Firenze moderna, con le sue industrie, il turismo, i negozi alla moda? La Firenze degli spazi dipinti con la luce brillante e sempre diversa, che genera continuamente nuove prospettive e nuove ombre sui suoi edifici? "Firenze fa buca" dicono i fiorentini, alludendo all'effetto calamita che attrae quotidianamente da tutto il mondo. Ma fra il bello ed il sublime, il brutto e l'orrido, tutto presente in questa buca, come si fa a selezionare le cose più emblematiche per realizzare un libro di contenuti, e non un'enciclopedia? C'era una tempesta di domande che mi assillavano, prima di iniziare a scattare la prima fotografia. Poi, poco a poco, il progetto ha preso forma, mano a mano che andavo a scoprire luoghi e particolari di questa città, mentre li registravo nella memoria della pellicola. Ogni soggetto si è rivelato, ricollegandosi agli altri, anche se talvolta in modo contraddittorio. Ogni cosa ha preso il suo significato, accomunati nella stessa ombra dei celebrati monumenti fiorentini. Così, come in un caleidoscopio dai mille colori continuamente diversi, ho deciso di riunire anche testimonianze scritte di personaggi famosi che sono nati oppure sono vissuti a Firenze, che hanno respirato la sua aria e camminato nelle sue strade. Ed iniziando dalle origini storiche e geografiche della città, gli Etruschi da una parte ed il fiume dall'altra, sono arrivato alle sue celebri colline circostanti; l'ho attraversata nelle piazze e nelle vie, ho visto la sua vita di tutti i giorni, e con un senso di ammirazione misto ad ironia, così l'ho raccontata.

Ali da salvare

imageAli da Salvare non è il solito libro che descrive le specie di uccelli più importanti del mondo. Ali da Salvare è l'edizione italiana di Save The Birds già pubblicato in 8 diverse edizioni ed altre 10 sono in allestimento. Venti paesi stanno già leggendo questo libro ed ogni nazione ha personalizzato la propria edizione con un suo capitolo originale. Ali da Salvare descrive la vita degli uccelli di tutto il mondo, considerati come "indicatori ambientali", in grado cioè di illustrare i complessi equilibri naturali e le leggi dell'ecologia entro le quali vive l'uomo stesso. Per la prima volta alcuni dei più famosi scienziati ed ambientalisti mondiali hanno contribuito ad un grande ed unico progetto internazionale. Sono, ad esempio, sir David Attenborough in Gran Bretagna, il Principe Claus in Olanda, il prof. Jean Dorst dell'Accademia di Francia, Roger Tory Peterson negli Stati Uniti, Fulco Pratesi in Italia. Save The Birds (Ali da Salvare) è un libro entusiasmante e per niente pessimista. E' affascinante, ma il suo messaggio è forte e inflessibile. Dobbiamo salvare gli uccelli se, in fondo, vogliamo salvare noi stessi. Troppo spesso ci autorizziamo a crdere che se un problema è troppo grande, nulla possiamo fare individualmente per risolverlo. Niente di più falso. (sir David Attenborough) Quand'ero ragazzo i giornali che più mi appassionavano, quelli di automobili, raccomandavano la conoscenza del codice della strada, ovviamente per la sicurezza, ma anche consigliavano il "nuovo galateo del guidatore", norme comportamentali dell'automobilista ben educato. Vorrei usare questo ricordo come paragone. Oggi il mondo è il riflesso amplificato della nostra vita di città. Le automobili sono decuplicate rispetto a 10 anni fa e, oltre ai problemi creati dal loro numero, nasce anche quello della psicologia dell'automobilista. Non solo saltano le più elementari norme di sicurezza, ma dilagano sempre più l'aggressività e la violenza, nella nostra psiche e nel nostro comportamento, costretti come siamo in un habitat non più naturale. Questo piccolo ragionamento mi aveva fatto nascere seri dubbi sulla validità di una operazione come SAVE THE BIRDS. Si legge sul libro che non abbiamo ricevuto questo mondo in eredità dai nostri padri, ma in prestito dai nostri figli. E' tragicamente vero. Ma andate a spiegare alla gente di mettere da parte due euro per capitalizzare: vi rideranno in faccia. I nostri figli penseranno da sé ai loro problemi. I risultati si vedono. Ugualmente parlate dei problemi dell'Africa ad un vicino che quotidianamente deve chiudere la giornata con i suoi mille problemi: come minimo vi sorriderà. I risultati si vedono. Se la coscienza mondiale è fatta da quella di ognuno di noi (e partire da noi, oggi, è così complicato, occupati come siamo ad aggredire il nostro vicino di ingorgo), allora ha ragione SAVE THE BIRDS: ripeschiamo le addormentate coscienza individuali con una rete universale costituita dai tanti e isolati attivisti generosi. Potremo, poco a poco, infittire le maglie di questa rete e alla fine, il più velocemente possibile, avere la forza di sostenere il peso della realtà che andate a leggere in queste pagine. Molti presupposti sociali, politici, economici, industriali potrebbero essere variati e spostati in direzione ecologica, con pochissimo sforzo e senza alterare la nostra vita quotidiana, avendo un ritorno di qualità nella vita futura. La nostra certezza, dati alla mano, potrebbe convincere anche i politici ed i grandi gruppi economici. Per questo i seri dubbi su SAVE THE BIRDS sono scomparsi, ho creduto nel libro e l'ho portato in Italia.

Tivoli tracce del tempo

imageProcedere da Roma inoltrandosi nei primi chilometri della Via Tiburtina è come entrare in un particolare viaggio all'indietro nel tempo. I passi nel Parco della Villa Adriana calpestano un terreno fuori della nostra epoca. I secoli sono trascorsi cancellando la vita degli edifici, i passi concitati delle milizie e quelli meditabondi dell'imperatore. Ne rimane però nell'aria lo spirito, conservato dalle colonne solitarie che si ergono al cielo, dalle sale grandiose ora frequentate soltanto da ombre. Un libro su Tivoli non poteva che riprendere questo spirito, ricercando tutte quelle tracce che ogni epoca ha lasciato, come stratificazioni incastonate nei muri dell'odierna città, nelle campagne che la circondano, mentre le cascate delle sue Ville continuano a creare giuochi d'acque, cadenzate da ritmi musicali. I blocchi di travertino vengono ancora estratti dalle sue cave, materia informe pronta a prendere vita grazie all'eterno estro dell'uomo. Lo stesso estro ci spinge oggi a conservare al meglio quelle tracce, vestigia di passate grandezze e bellezze, con le quali potremo intraprendere, noi e quanti dopo di noi, un impalpabile dialogo con il tempo.

L'isola d'Elba

imageBasta sbarcare da uno dei tanti traghetti che quotidianamente uniscono l'isola al continente o dalla passerella di una barca attraccata in una qualche parte dell'Elba, per rendersi conto che si sta entrando in un altro mondo: i colori sono più intensi, più vivaci, forse perché il sole non è mediato da nessuna cortina di inquinamento e la distesa di acqua che ci circonda è del blu più intenso che si possa immaginare, screziata da piccole creste bianche e riflessi luminosissimi. La gente è allegra e festosa, aperta al forestiero perché abituata da sempre ad avere ospiti nella propria isola, ad accoglierli nelle proprie case, dividendone il lavoro ed il pane. Gli isolani si conoscono tutti, si ritrovano 100 volte ogli giorno nelle molteplici occasioni che offre la vita quotidiana e questo essere sempre a contatto di gomito li fa essere un po' campanilisti, ma con tanta bonarietà. Tale ambiente, che ho vissuto tanto da vicino per realizzare questo libro, vorrei, e tanti altri come me, che rimanesse il più possibile intatto, sano. Elbani, cercate di mantenere la genuinità della vostra terra e del vostro carattere! Un ringraziamento vada a quanti mi hanno dischiuso le porte dell'Elba, facendomi sentire elbano tra elbani. Ed un altro ringraziamento a quanti sono ritratti nel libro: alcuni, senza neppure saperlo, hanno fatto sì che si concretizzasse in immagini lo spirito di chi vive l'Isola d'Elba.

Stilografica. Il linguaggio della scrittura

imageComunicare. Che gran bella parola, oggi così di moda, menzionata in occasioni sociali ed economiche, collettive e personali. Comunicare, e subito ci viene in mente la televisione, il telefono, il computer, il satellite; poi si pensa alla pubblicità, perché nell'epoca del villaggio globale, l'associazione è uguale a mercato globale. L'immagine oggi fa da padrona. E' immediata, è veloce da leggere e da assimilare. Così comunicazione = tecnologia = immagine = marketing. Mi viene in mente il pittogramma, disegno inciso sulla roccia dell'uomo delle caverne. Che sintesi perfetta di comunicazione! Tutto, dunque, nell'era tecnologica odierna, si è nuovamente evoluto verso un lontano, preistorico archetipo? I mezzi permettono la massima qualità di informazioni nel minore tempo possibile. Ma la qualità? I contenuti? Comunicare la propria personalità, oltre alle proprie idee, spesso è importante, forse fondamentale. Nell'epoca della comunicazione di massa stiamo ritrovando la necessità di uno strumento che ci permetta di trasferire il nostro pensiero con una caratteristica di personalità, oltre alla solita velocità, uno strumento che recuperi e consolidi la scrittura come mezzo fondamentale del nostro linguaggio. Lo scorrere di un pennino su un supporto cartaceo, antico come la storia della civiltà umana, ci costringe a riscoprire la necessità di un piacere che è parte di noi stessi, mentre la stampante laser sta facendo il suo indispensabile e tecnologico lavoro.

Festa di Popoli Mille anni di tornei in Italia

imageMotivo ispiratore di questo libro è la rievocazione di ciò che accade oggi, collegato alle radici di quegli eventi di sfide e tornei cavallereschi che nel passato riunivano numerosi gruppi di popolazioni, "facevano notizia" e rappresentavano l'occasione per una primitiva forma di comunicazione collettiva rivolta al grande pubblico.
Questi capolavori medioevali rimangono tuttora una delle eredità italiane ben custodite.
Che si svolgano nei luoghi sconosciuti al turismo di massa o nel cuore di città come Firenze e Venezia, questi singolari avvenimenti vengono fatti rivivere con grande cura ogni anno, portando la storia locale fuori dai musei e dentro le piazze ed i cuori degli italiani. Derivato da un'epoca chiamata "Alto Medioevo", questo teatro dal vivo offre una luce affascinante ed uno spettacolo fastoso.
Una miriade di tessuti e di colori sembrano uscire dai quadri di pittori famosi e dalle leggende tramandate da generazioni, mentre la magia delle tranquille cittadine provinciali esplode con l'esuberanza di emozioni solitamente sopite. Abitudini pacifiche e modi cortesi cedono di fronte alla passione tempestosa ed al fanatismo rauco, evocando qualcosa di molto simile ai romani Circo Massimo e Ippodromo di Costantino.
Questi magnifici giuochi medievali rappresentavano il culmine dei giorni di festa e delle celebrazioni che discendevano dalle antiche feste pagane e ne costituirono le basi.
Si fa festa per celebrare, per ringraziare, per augurare, ma innanzi tutto per stare insieme.
Festeggiare è sinonimo e veicolo di pace: anche se le forme sono quelle competitive, come i tornei, le giostre, le sfide atletiche.
La piazza, il campo, la laguna, il fiume, il mare diventano lo specchio del modo nel quale si riflettono la storia e la cultura del paese per agevolare gli scambi con altre storie ed altre culture.
Attorno alle festa si sviluppa l'occasione del mercato: si mettono a confronto la bontà delle merci assieme all'abilità dei campioni. Cresce il benessere, il desiderio di allargare i propri orizzonti, conoscere nuove culture e nuovi popoli e mettersi in competizione con essi e continuare la festa e l'entusiasmo nella vita.